domenica 3 febbraio 2019

Genesi di una giovane scrittrice

Tuffo nel profondo blu


Il sole è alto, caldo, il tepore d'estate inebria lo spirito.
Il mare è calmo, profondo.
Sale nella bocca, sale sulle labbra.

Respiro. Un respiro lento, ampio.
L'aria inspirata arriva giù, in fondo ai polmoni,
poi fuori, completamente, sino a non rimanerne più.

Ancora inspirare ed espirare.
Ho la mano stretta alla sbarra di ferro.
Sono pronta!

Un'inspirazione ampia, veloce, l'ultima.
Un rumore secco, il cavo è libero, affonda.
Il corpo lo segue, cade, veloce.

I polmoni pieni d'aria, il cuore colmo di paura.
La sbarra tira verso il basso, verso il profondo, verso il blu.
Scendo, l'acqua scorre rapida lungo tutto il mio corpo.
A un tratto emerge un suono, ritmico, proviene da dentro di me.
È il cuore: con forti battiti sembra volermi uscire dal petto.
Poi rallenta, piano si rilassa e diventa armonico, confortevole.
D'improvviso poi una strana sensazione, che succede?
I polmoni!
Si stringono, si comprimono come mai prima d'ora, fanno quasi male.
La paura incombe, paura di scendere, di andare oltre.
Basta!
La mano si stacca, da sola, la ragione non può impedirlo, l'istinto ha la meglio.
Silenzio...

Sono ferma, sospesa, nel blu, alzo la testa,
il mondo visto al contrario è bellissimo.
Non c'è più paura, l'aria mi sostiene di nuovo.
L'impressione di volare è concreta.
Decido, risalgo.


«Ti garba?» Domandai impaziente al mio vicino di casa, noto scrittore della zona.
«Devi continuare a scrivere.» Rispose.

Quella frase inaspettata cambiò il mio modo di pensare all'uso che si può fare di un lapis, fino a quel momento usato prevalentemente per disegnare su immacolati fogli bianchi.
Il componimento sportivo partecipò alla 15^ Edizione Premio Nazionale di Poesia “Italo Carretto”, sgomitando tra versi struggenti e varie declamazioni d'amore, ottenne un diploma di merito.

concorso Italo Carretto 2016

Perché non provare con poesie più profonde? Trenta metri sotto il livello del mare mi sembrava già un tema profondo, ma scrissi altri due testi per la 16^ Edizione del medesimo concorso.
Il mio serio e maturo Bianconiglio, pensato per la sezione a tema: "Il sogno è l'infinita ombra del vero", conquistò un ambito sesto posto; l'altro - Il sogno più ardito - ebbe un'orgogliosa menzione d'onore (ottavo posto in classifica).

Poi un libro regalato mi incuriosì.
Durante la calda estate del '17, lessi avidamente La verità sul caso Harry Quebert, di Joël Dicker, interessanti spunti su come si scrive (in prosa) aiutarono a scolpire minuziosamente un'idea: in un piccolo sistema solare, due pianeti gemelli, di cui uno abitato, sono legati da una forza attrattiva che permette loro di ruotare l'uno intorno all'altro, nonché intorno al proprio Sole. Ma cosa accadrebbe se uno di essi cessasse di esistere?