mercoledì 16 ottobre 2019

Arrivano le recensioni - Riparatori del tempo


La storia del ragazzo in copertina sta affascinando la mente di molti lettori. Mille sono le domande che si pongo durante la lettura, soddisfatti alla fine per aver ricevuto tutte le risposte.


Alcuni di loro hanno deciso di dare la propria opinione con una recensione.

La prima, di Carlo Menzinger, conosciuto a Firenze al debutto del libro, dice questo.
Il pisano Matteo Mancini, con cui ho avuto piacere di confrontarmi durante la partecipazione al premio Urania Short, è stato efficace ed esaustivo nella sua descrizione del libro, dicendo questo e scrivendo quest'altro.
Presente anche sulla rivista on-line Club GHoST.

Anche su Amazon vanta un lusinghiero commento!

Ottava edizione Premio Arnaldo Giovannetti

Forte dei Marmi, sabato 5 ottobre 2019



All'interno della strepitosa "Villa Bertelli" di Forte dei Marmi, ha avuto luogo la premiazione degli autori inseriti nell'antologia dell'ottava edizione del concorso in memoria di Arnaldo Giovannetti.

Conduttori davvero simpatici e competenti, hanno creato un ambiente tale da farti indossare il sorriso più bello. A fine premiazione, un buffet delizioso ha concluso il piacevole pomeriggio (per maggiori informazioni chiedete pure a mio figlio, credo abbia assaggiato ogni cosa!).

I racconti, dalle storie diverse sia nei toni sia nel genere, sono legati da un filo comune: settembre.
È riuscito a ricavarsi uno spazio la storia di Cinghialotto, con "Autunno in settembre".

Piccolo e indifeso, è maltrattato da chi è più grande di lui. Una metafora sul bullismo che anima ogni elemento della natura creando un breve racconto simpatico, ma ricco di morale.


L'idea originale voleva creare una fiaba per bambini, lo stile poetico si adattava bene, poi la storia mi è sfuggita di mano e, come dicono i miei figli, ho usato troppe parole da adulto.

Pazienza! Solo io capirò, leggendo e sorridendo, la citazione allo straordinario film "Gli intoccabili".

martedì 15 ottobre 2019

Perché non siamo fatti per vivere in eterno?

Firenze, giovedì 3 ottobre 2019



Ancora una volta Paolo Cammilli, Editore di Porto Seguro Editore, ha presentato nuovi testi e nuovi autori, tra cui I già dimenticati. Un gruppo di scrittori uniti in un Round Robin (testo collettivo), generato dalla mente di Massimo Acciai Baggiani.

"Perché non siamo fatti per vivere in eterno?"


Inizio anni Novanta. Sette amici liceali decidono di marinare la scuola e, seguendo l’invito di uno di loro, di trascorrere una settimana in un autentico castello della Transilvania. Sarà l’inizio di un’esperienza inquietante e ignota, così simile a un incubo a occhi aperti.

Oltre a curatrice e co-autrice, sono stata nominata camera-woman per la realizzazione del video di presentazione, QUI.

Altre presentazioni:
Lunedì, 21 ottobre 2019, presso SMS di Rifredi, via Vittorio Emanuele, 303 - Firenze.
Venerdì, 8 novembre 2019, presso Associazione progetto Arcobaleno, via del Leone, 9 - Firenze.

giovedì 12 settembre 2019

Riparatori del tempo

Viaggiare nel tempo è una questione complessa: solo una grande mente aliena, saggia e oltremodo intelligente - Entità - può gestire le missioni a ritroso nel tempo degli agenti speciali da lui reclutati nelle diverse epoche. Loro compito è quello di "riparare" le vite delle persone, stroncate da scelte sbagliate. Attraverso l'addestramento di uno di questi agenti, Eric, scopriremo come è possibile modificare la storia personale di una o più persone evitando paradossi disastrosi.

Un meccanismo narrativo ineccepibile, sorretto da una scrittura accattivante, ricca di colpi di scena.


Finalmente edito, da Porto Seguro Editore, il mio primo romanzo: "Riparatori del tempo".
Sullo sfondo immaginario di un luogo in cui il tempo scorre in modo assoluto, si intrecciano le strade di diversi personaggi. Ognuno di loro rivelerà, alla fine del testo, le reali motivazioni delle proprie gesta; nessuno è chi sembra essere, niente viene fatto per lo scopo dichiarato.


C'è una caratteristica peculiare che rende questa storia avvincente e curiosa: il motivo per cui è stata scritta!

Ebbe tutto inizio nell'inverno del 2018, quando Francesco e io discutevamo spesso di fumetti, in particolare della possibilità di manipolare il tempo, descritta in alcuni titoli.
«E se Dorian (Gray) fuggisse dal suo quadro per rimanere giovane, ma questo lo inseguisse ovunque?» Dissi a France, «più il quadro si avvicina, più Dorian perde potere e salute».

Discutere di questa storia al telefono diventava lunga, decidemmo quindi che l'avrei scritta su un file cosicché Francesco potesse leggerla quando ne aveva la possibilità.

Dorian divenne Bein, il quadro un'Entità.

Ogni volta che finivo di scrivere un pezzo, dovevo lasciare curiosità nella testa del mio amico, fosse stata una pagina o dieci righe, lui doveva aver voglia di andare avanti.
Questa è stata la peculiarità vincente!
Un'avventura carica di colpi di scena, domande insinuate nella testa del lettore che vedrà soddisfatte solo alla fine della lettura. Niente è lasciato al caso, alla fine tutto torna matematicamente a posto!

Acquistabile presso:
Porto Seguro Editore;
Amazon;
Mondadori;
Feltrinelli;
IBS;
Libreria Universitaria;
Libro Co.

sabato 7 settembre 2019

Un po' di sinonimi - 01

"Alìne lavorava come cameriera in un pub che posso raggiungere a piedi. Sono le diciannove passate, entro nel locale e la cerco con lo sguardo. Non trovandola chiedo informazioni a una ragazza al di là del bancone."

Bein sta cercando il grande amore della sua vita: Alìne. Sa che lavora in un pub.

Il pub ha origini inglesi, è un pubblico esercizio in cui si servono bevande alcoliche; qui in Italia è un locale tipico modellato sull'esempio inglese.
Se fosse stato un locale del tutto italiano? Avrei scritto: bar, oppure caffè.
Possono sembrare sinonimi, ma occorre comunque contestualizzarli nel modo corretto.


Nel bar si beve in piedi, al banco; parola inglese che significa sbarra, in quanto i clienti sono separati dal personale che si trova dietro al banco.


All'interno di un caffè troviamo sedie, divani e tavolini. La parola deriva dal turco kahve, il cui nome si è esteso a quello del locale.

mercoledì 28 agosto 2019

Virgola obbligatoria

Mic, il capo di Bein, lo chiama per sapere il motivo della sua ingiustificata assenza in ufficio.

«Bein, ciao. Non ti ho visto in ufficio, va tutto bene?»
«Sì, scusa ho avuto un imprevisto, ti avrei chiamato fra poco. Sto organizzando un viaggio. Volevo chiederti una settimana di ferie.»
«Wow! Non prendi un giorno di ferie da quando ti conosco, qual è lo scopo del viaggio, se posso?»
«Mi sono innamorato, Mic, di una donna speciale, come ce ne sono poche.»
«Innamorato? Ma se non riesci a frequentare una donna per più di una settimana!» Commenta sarcastico.


Difficile seguire regole ferree sull'uso della virgola, spesso è facoltativa. Ci sono però situazioni in cui è obbligatoria metterla. Non solo per dare una separazione netta all'inciso; nel caso della telefonata, ho dovuto inserirla prima e dopo il vocativo per separare, dal resto della frase, la persona a cui mi rivolgevo.

Bein, ciao. Oppure Mi sono innamorato, Mic, di una donna speciale.

Letto così sembra semplice, purtroppo spesso si dimentica di usarla.

lunedì 19 agosto 2019

Aggettivo possessivo

Ce l'ha fatta!
Bein è riuscito a capire come utilizzare il congegno.
Apre un vecchio cassetto chiuso da anni nella sua memoria e rispolvera un sogno che non riuscì mai a realizzare. Non era uno dei tanti, bensì il suo più smanioso desiderio.

«Maremma bona! Il mio capo. Ieri non mi sono presentato in ufficio e nemmeno oggi.»


Si rammenta Bein quando vede la chiamata di Mic.
Durante la conversazione Bein parla a Mic di una ragazza, un viaggio e che tornerà il giorno del suo compleanno.

Coscienza dello scrittore: «Il compleanno di Mic?»
Me: «Ma no! Di Bein.»
Coscienza dello scrittore: «È equivocabile.»
Me: «E adesso? Come lo elimino il dubbio?»
Coscienza dello scrittore: «Esiste un altro aggettivo possessivo: proprio. Così si capisce in modo esplicito che si riferisce al soggetto.»

Durante la conversazione Bein parla a Mic di una ragazza, un viaggio e che tornerà il giorno del proprio compleanno.


Me: «Evviva! E se fosse stato quello di Mic?»
Coscienza dello scrittore: «Ma devo proprio insegnarti tutto? Esiste l'espressione di lui. Un suono che non piace a tutti, ma se occorre necessariamente specificare a chi appartiene il compleanno, si può usare.»

Durante la conversazione Bein parla a Mic di una ragazza, un viaggio e che tornerà il giorno del di lui compleanno.

martedì 13 agosto 2019

Verbo transitivo

Sappiamo che Bein ha trovato un sofisticato congegno in grado di fornirgli un potere unico che solo lui può utilizzare.
Riesce ad attivarlo casualmente; incuriosito dall'uso che potrebbe farne, si adopera per capire come funziona.
La partita inizierà una volta che Bein ne avrà imparato il meccanismo.

Ma che assurdità ho scritto?
La partita non inizia un bel niente!
Il verbo iniziare è solo transitivo, è Bein a iniziare il gioco. Meglio usare un verbo più corretto, cominciare, e dire: la partita comincerà una volta che Bein ne avrà imparato il meccanismo.


Se si vuole usare iniziare è possibile scrivere: la partita si inizia alle ore 16:30.

sabato 10 agosto 2019

Un po' di etimologia - 02

Vi ricordate di Bein?
È uno sviluppatore software, un uomo in gamba, innamorato segretamente di una donna fantastica.
Nel corso della sua vita ne incontrerà di persone strane, una soprattutto!

A questo nuovo personaggio voglio dedicare un paio di parole in cui lo si può riconoscere: galàssia e pianeta. Vediamo la loro origine.


Galàssia: deriva dal greco gála, gálaktos, ovvero "latte".
Così come anche la "via làttea" e altre nebulose richiamano l'immagine del bianco latte spruzzato sul nero del cielo notturno.

Pianeta: dal greco è passato al latino il vocabolo planétes, ovvero "errante", "vagante", perché i pianeti ruotano intorno al Sole, non come le stelle cosiddette "fisse".

giovedì 1 agosto 2019

Presentazione e grigliata sotto le stelle

Firenze, giovedì 11 luglio 2019



Durante questa fresca serata di luglio, è stato presentato per la prima volta da Paolo Cammilli il mio romanzo Riparatori del tempo, edito da Porto Seguro Editore.


«Chi sono i "Riparatori del tempo"?» Mi chiede Paolo, guardando la spettacolare copertina.
«Sono agenti molto particolari, il cui compito è quello di cancellare l'attuale linea temporale di alcune persone vittime di sventurate coincidenze, per tracciarne una nuova dai risvolti positivi.»


«Come ci riescono?»
«Non posso svelarlo. La storia è un continuo intreccio di situazioni che si compenetrano tra di loro, creando suspense, colpi di scena improvvisi, cadono come birilli le idee che ci siamo fatti dei personaggi; solo alla fine il puzzle sarà visibile nella sua bizzarra interezza.»


«Chi sono i personaggi?»
«Comincia tutto da Bein, un bel quarantenne che, per un colpo di fortuna (?), si trova in possesso di un congegno speciale in grado di offrigli un'infinita rosa di possibilità. Nella sua testa impera l'immagine di Alìne, la donna di cui è innamorato da sempre, farà di tutto per averla e quando dico "di tutto" intendo che ne accadranno delle belle!
Ma come sostiene il più stravagante dei miei personaggi: "i colpi di fortuna non esistono caro Bein".»

lunedì 15 luglio 2019

Un po' di etimologia - 01

Essendo "l'incontrollabile voglia di semi di zucca" una peculiarità di uno dei miei protagonisti: Bein,  un uomo dalle mille sfaccettature, può essere interessante conoscere l'etimologia della parola zucca.


Ha origine dal latino cucùtia, cocuzza, testa oppure cocuzzolo, la vetta di un monte. Attraverso la metàtesi (mutamento fonetico per cui l'ordine di successione di due fonemi viene rovesciato), il vocabolo diventò cozucca, con successiva caduta della prima sillaba.

sabato 22 giugno 2019

"Per un punto Martin perse la cappa"

«Martino, apponga in cima al portale della sua chiesa questa iscrizione: "questa porta sia sempre aperta. A nessun galantuomo sia mai chiusa in faccia".»

Questo fu l'ordine, da parte superiori, ricevuto dall'abate Martino, da scrivere in lingua latina, ovvero:

Porta patens esto. Nulli claudatur honesto.

Il buon Martino la dipinse, ma sbagliò la collocazione del punto e scrisse:

Porta patens esto nulli. Claudatur honesto.

Il cui significato fu: "questa porta non sia aperta a nessuno. Sia chiusa in faccia ai galantuomini". E perse così la cappa, ovvero la possibilità di far carriera, tornando ad essere un semplice vicario.


Un storia semplice, una sbadataggine che ha portato a conseguenze disastrose. Conoscere la punteggiatura è fondamentale, non limitiamoci quindi alla sola nomenclatura, ma impariamone anche il significato.
I segni di interpunzione rappresentano in modo grafico: pause, sospensioni, variazioni di tono come quelle che diamo ai nostri discorsi quando parliamo.

lunedì 29 aprile 2019

Un lancio fortunato - Secondo estratto dal capitolo 2

Due ragazzini recuperano un vecchio telescopio dai magazzini della scuola. Non è permesso scrutare il cielo, ma i bambini, si sa, non sono avvezzi a seguire le regole.

La loro inquietante scoperta stravolgerà il futuro dell'intero pianeta. Perché?

 

sabato 20 aprile 2019

La pubblicazione!

"Un lancio fortunato", un titolo, una metafora.
Si è reso interessante nella IV edizione del concorso "Samuel Bertelli", della Casa Editrice Freccia d'oro, conquistando la pubblicazione.



La Fantascienza è il suo genere, ma può incuriosire chiunque.
A questo punto del suo percorso, mi sento in dovere di ringraziare pubblicamente Francesco, il mio personale correttore di bozze: senza di te ne avrei scritte di bischerate, grazie France.

Per avere informazioni sulla scheda tecnica e quant'altro consultate la pagina sul sito della Casa Editrice Freccia d'oro.

martedì 19 marzo 2019

Un lancio fortunato - Primo estratto dal capitolo 1

Un tiro di dadi, un bluff. Il protagonista si trova in bilico, dalla sua scelta dipenderanno le sorti della partita. Il suo avversario non era all'altezza e lui si dirige ai laboratori...

Chi sono i due personaggi?
Perché uno di loro ci conduce presso i laboratori? Laboratori scientifici, sperimentali?

 

venerdì 15 marzo 2019

Un lancio fortunato

In una antica galassia, gli abitanti di un pianeta di un piccolo sistema solare, sono obbligati a rispettare inermi le dure direttive di un protocollo di evacuazione dal pianeta, imposto da una società basata sull'estremo raziocinio, convinta di poter determinare il destino di ogni suo singolo cittadino.
Nell'arco di centocinquanta anni i migliori scienziati si sono dedicati esclusivamente alla progettazione e costruzione dei mezzi per fuggire in tempo da un'inevitabile apocalisse.
Solo un terzo della popolazione sarà selezionato e riuscirà a partire per colonizzare un nuovo mondo, evitando così l'estinzione della specie.

Descritta attraverso gli occhi di un uomo brillante e dall'intuito infallibile, che sostiene di poter evitare la morte di amici e colleghi, costretti a soccombere rimanendo a terra.

Pianeti gemelli


"Un lancio fortunato" si è guadagnato il terzo gradino del podio nella IV edizione del premio "Samuel Bertelli" della Casa Editrice Freccia d'Oro, vincendo la sua pubblicazione in forma cartacea e digitale.

Acquistabile presso:
Casa Editrice Freccia d'oro;
Amazon;
Mondadori;
Feltrinelli;
IBS.

giovedì 14 marzo 2019

Frammentiavari

Trovai interessante il concorso "FrammentiAvari" su SevenBlog.

Da una immagine loro proposta, poteva essere un dipinto o un'illustrazione, scrivere un racconto brevissimo a essa ispirato.

Lasciatami attrarre da solo due tra le sette immagini proposte, scrissi questi:

Irreversibile - da un'illustrazione di Lele Luzzati per "Alice nel Paese delle Meraviglie";

Opera di Lele Luzzati


Saggia Dannazione - dedicata al pittore Tivadar Kosztka Csontváry.

Csontváry Kosztka, Tivadar - Old_Fisherman

domenica 3 febbraio 2019

Genesi di una giovane scrittrice

Tuffo nel profondo blu


Il sole è alto, caldo, il tepore d'estate inebria lo spirito.
Il mare è calmo, profondo.
Sale nella bocca, sale sulle labbra.

Respiro. Un respiro lento, ampio.
L'aria inspirata arriva giù, in fondo ai polmoni,
poi fuori, completamente, sino a non rimanerne più.

Ancora inspirare ed espirare.
Ho la mano stretta alla sbarra di ferro.
Sono pronta!

Un'inspirazione ampia, veloce, l'ultima.
Un rumore secco, il cavo è libero, affonda.
Il corpo lo segue, cade, veloce.

I polmoni pieni d'aria, il cuore colmo di paura.
La sbarra tira verso il basso, verso il profondo, verso il blu.
Scendo, l'acqua scorre rapida lungo tutto il mio corpo.
A un tratto emerge un suono, ritmico, proviene da dentro di me.
È il cuore: con forti battiti sembra volermi uscire dal petto.
Poi rallenta, piano si rilassa e diventa armonico, confortevole.
D'improvviso poi una strana sensazione, che succede?
I polmoni!
Si stringono, si comprimono come mai prima d'ora, fanno quasi male.
La paura incombe, paura di scendere, di andare oltre.
Basta!
La mano si stacca, da sola, la ragione non può impedirlo, l'istinto ha la meglio.
Silenzio...

Sono ferma, sospesa, nel blu, alzo la testa,
il mondo visto al contrario è bellissimo.
Non c'è più paura, l'aria mi sostiene di nuovo.
L'impressione di volare è concreta.
Decido, risalgo.


«Ti garba?» Domandai impaziente al mio vicino di casa, noto scrittore della zona.
«Devi continuare a scrivere.» Rispose.

Quella frase inaspettata cambiò il mio modo di pensare all'uso che si può fare di un lapis, fino a quel momento usato prevalentemente per disegnare su immacolati fogli bianchi.
Il componimento sportivo partecipò alla 15^ Edizione Premio Nazionale di Poesia “Italo Carretto”, sgomitando tra versi struggenti e varie declamazioni d'amore, ottenne un diploma di merito.

concorso Italo Carretto 2016

Perché non provare con poesie più profonde? Trenta metri sotto il livello del mare mi sembrava già un tema profondo, ma scrissi altri due testi per la 16^ Edizione del medesimo concorso.
Il mio serio e maturo Bianconiglio, pensato per la sezione a tema: "Il sogno è l'infinita ombra del vero", conquistò un ambito sesto posto; l'altro - Il sogno più ardito - ebbe un'orgogliosa menzione d'onore (ottavo posto in classifica).

Poi un libro regalato mi incuriosì.
Durante la calda estate del '17, lessi avidamente La verità sul caso Harry Quebert, di Joël Dicker, interessanti spunti su come si scrive (in prosa) aiutarono a scolpire minuziosamente un'idea: in un piccolo sistema solare, due pianeti gemelli, di cui uno abitato, sono legati da una forza attrattiva che permette loro di ruotare l'uno intorno all'altro, nonché intorno al proprio Sole. Ma cosa accadrebbe se uno di essi cessasse di esistere?