mercoledì 28 agosto 2019

Virgola obbligatoria

Mic, il capo di Bein, lo chiama per sapere il motivo della sua ingiustificata assenza in ufficio.

«Bein, ciao. Non ti ho visto in ufficio, va tutto bene?»
«Sì, scusa ho avuto un imprevisto, ti avrei chiamato fra poco. Sto organizzando un viaggio. Volevo chiederti una settimana di ferie.»
«Wow! Non prendi un giorno di ferie da quando ti conosco, qual è lo scopo del viaggio, se posso?»
«Mi sono innamorato, Mic, di una donna speciale, come ce ne sono poche.»
«Innamorato? Ma se non riesci a frequentare una donna per più di una settimana!» Commenta sarcastico.


Difficile seguire regole ferree sull'uso della virgola, spesso è facoltativa. Ci sono però situazioni in cui è obbligatoria metterla. Non solo per dare una separazione netta all'inciso; nel caso della telefonata, ho dovuto inserirla prima e dopo il vocativo per separare, dal resto della frase, la persona a cui mi rivolgevo.

Bein, ciao. Oppure Mi sono innamorato, Mic, di una donna speciale.

Letto così sembra semplice, purtroppo spesso si dimentica di usarla.

lunedì 19 agosto 2019

Aggettivo possessivo

Ce l'ha fatta!
Bein è riuscito a capire come utilizzare il congegno.
Apre un vecchio cassetto chiuso da anni nella sua memoria e rispolvera un sogno che non riuscì mai a realizzare. Non era uno dei tanti, bensì il suo più smanioso desiderio.

«Maremma bona! Il mio capo. Ieri non mi sono presentato in ufficio e nemmeno oggi.»


Si rammenta Bein quando vede la chiamata di Mic.
Durante la conversazione Bein parla a Mic di una ragazza, un viaggio e che tornerà il giorno del suo compleanno.

Coscienza dello scrittore: «Il compleanno di Mic?»
Me: «Ma no! Di Bein.»
Coscienza dello scrittore: «È equivocabile.»
Me: «E adesso? Come lo elimino il dubbio?»
Coscienza dello scrittore: «Esiste un altro aggettivo possessivo: proprio. Così si capisce in modo esplicito che si riferisce al soggetto.»

Durante la conversazione Bein parla a Mic di una ragazza, un viaggio e che tornerà il giorno del proprio compleanno.


Me: «Evviva! E se fosse stato quello di Mic?»
Coscienza dello scrittore: «Ma devo proprio insegnarti tutto? Esiste l'espressione di lui. Un suono che non piace a tutti, ma se occorre necessariamente specificare a chi appartiene il compleanno, si può usare.»

Durante la conversazione Bein parla a Mic di una ragazza, un viaggio e che tornerà il giorno del di lui compleanno.

martedì 13 agosto 2019

Verbo transitivo

Sappiamo che Bein ha trovato un sofisticato congegno in grado di fornirgli un potere unico che solo lui può utilizzare.
Riesce ad attivarlo casualmente; incuriosito dall'uso che potrebbe farne, si adopera per capire come funziona.
La partita inizierà una volta che Bein ne avrà imparato il meccanismo.

Ma che assurdità ho scritto?
La partita non inizia un bel niente!
Il verbo iniziare è solo transitivo, è Bein a iniziare il gioco. Meglio usare un verbo più corretto, cominciare, e dire: la partita comincerà una volta che Bein ne avrà imparato il meccanismo.


Se si vuole usare iniziare è possibile scrivere: la partita si inizia alle ore 16:30.

sabato 10 agosto 2019

Un po' di etimologia - 02

Vi ricordate di Bein?
È uno sviluppatore software, un uomo in gamba, innamorato segretamente di una donna fantastica.
Nel corso della sua vita ne incontrerà di persone strane, una soprattutto!

A questo nuovo personaggio voglio dedicare un paio di parole in cui lo si può riconoscere: galàssia e pianeta. Vediamo la loro origine.


Galàssia: deriva dal greco gála, gálaktos, ovvero "latte".
Così come anche la "via làttea" e altre nebulose richiamano l'immagine del bianco latte spruzzato sul nero del cielo notturno.

Pianeta: dal greco è passato al latino il vocabolo planétes, ovvero "errante", "vagante", perché i pianeti ruotano intorno al Sole, non come le stelle cosiddette "fisse".

giovedì 1 agosto 2019

Presentazione e grigliata sotto le stelle

Firenze, giovedì 11 luglio 2019



Durante questa fresca serata di luglio, è stato presentato per la prima volta da Paolo Cammilli il mio romanzo Riparatori del tempo, edito da Porto Seguro Editore.


«Chi sono i "Riparatori del tempo"?» Mi chiede Paolo, guardando la spettacolare copertina.
«Sono agenti molto particolari, il cui compito è quello di cancellare l'attuale linea temporale di alcune persone vittime di sventurate coincidenze, per tracciarne una nuova dai risvolti positivi.»


«Come ci riescono?»
«Non posso svelarlo. La storia è un continuo intreccio di situazioni che si compenetrano tra di loro, creando suspense, colpi di scena improvvisi, cadono come birilli le idee che ci siamo fatti dei personaggi; solo alla fine il puzzle sarà visibile nella sua bizzarra interezza.»


«Chi sono i personaggi?»
«Comincia tutto da Bein, un bel quarantenne che, per un colpo di fortuna (?), si trova in possesso di un congegno speciale in grado di offrigli un'infinita rosa di possibilità. Nella sua testa impera l'immagine di Alìne, la donna di cui è innamorato da sempre, farà di tutto per averla e quando dico "di tutto" intendo che ne accadranno delle belle!
Ma come sostiene il più stravagante dei miei personaggi: "i colpi di fortuna non esistono caro Bein".»